Brigata Nino Stella

Eroi della resistenza nel vicentino

Il vero problema dei partigiani della Brigata Stella (e delle altre del vicentino) non furono le armi quanto le munizioni. La formazione non aveva a disposizione i depositi delle caserme come quelli della IV armata in Piemonte. Le uniche caserme nel vicentino erano a Schio e Bassano; poi c'erano le stazioni dei carabinieri, ma questo è un altro discorso.
Anche le forniture alleate risentivano di questo limite. I particolari li vedremo poi.
L'unica munizione universale era la pallottola cartuccia 9x19 che alimentava indifferentemente pistole e mitra di varia origine. Ne diamo alcune descrizioni dell'uso.

La MP40 era la pistola mitragliatrice in dotazione alle forze armate tedesche, caricatore da 32 colpi, velocità alla bocca 381 m/sec (appena superiore alla velocità del suono), cadenza di tiro 500 colpi/min. peso 4 kg.
Buona affidabilità, scarsa precisione

Calibro 9x19 parabellum

Beretta MP 38, in dotazione alla fascistissima polizia africana (però solo a Roma), ai paracadutisti e alla Decima Mas. Solo dal Luglio del 44 lo ebbero in dotazione le Brigate nere.
Cadenza di tiro 500 colpi/min.
Velocità alla bocca 381 m/sec.
Peso 4.5 kg
Precisione modesta, ma il calcio permetteva un buon puntamento. Le fessure sulla bocca compensavano la naturale deviazione verso l'alto  nello sparo con puntamento da spalla per cui nella raffica la mira veniva mantenuta

Calibro 9x19 parabellum

STEN, Arma inglese di produzione economicissima (meno di 3 sterline) fu prodotta in 4 milioni di esemplari e gli inglesi innondarono con quest'arma i paesi occupati.
Nota come parabelo, pesava solo 3.5 kg aveva la canna molto corta e una velocità alla bocca molto bassa, il che rendeva il tiro utile non superiore ai 50 metri. Caricatore da 32 colpi.
Adatta agli agguati (stava nascosta sotto un impermeabile) e al tiro ravvicinato.

Aveva putroppo un difetto: se cadeva con il colpo in canna sparava a raffica saltellando sul calcio e coprendo un arco completo

Calibro 9x19 parabellum

Con il caricatore a tamburo era il mitra della foto di Al Capone. Arma pesante quasi 5 kg aveva un calibro impossibile: 11.5 mm ossia .45 pollici. 

Le munizioni per quest'arma erano introvabili

Paracadutata i pochissimi esemplari dagli alelaati. Non abbiamo visto foto di partigiani della Stella con quest'arma

Il fucile modello 91 era stata l'arma del Carso e del Piave; una buona arma con otturatore a catenaccio per colpo singolo, ma con un calibro impossibile: 6.5 mm. Questo calibro rendeva impossibile l'uso di pallottole tedesche (vedi Mauser 98K -7.98), di munizioni inglesi (7.65) e addirittura di munizione della Breda 37 (mitragliatrice calibro 8), del Bren Inglese (7.65). L'unica altra arma che aveva in comune il calibro era il fucile mitragliatore Breda 30 di cui ognuno cercava di liberarsi data la frequenza di inceppamento. La difficoltà di approvvigionamento delle munizioni faceva in modo che tale arma venisse consegnata agli ultimi arrivati in formazione
L'arma comunque aveva un tiro utile 1000 metri 
Ne venne prodotta una versione a canna corta (per cavalleria) con baionetta ripiegabile. La sezione triangolare della baionetta impediva il richiudersi della ferita e venne considerata dagli alleati arma da crimine di guerra.

Il Mauser 98k era l'arma d'ordinanza della fanteria tedesca, peso simile al 91 era però in calibro 7.98 che aumentava il tiro utile rispetto al nostro 91.
Sebbene negli scontri ne venissero catturati alcuni, le dotazioni di munizioni erano solo quelle prese dai tedeschi ammazzati negli scontri stessi.
Alla richiesta agli alleati se potevano paracadutare munizioni per i fucili tedeschi fu gentilmente risposto che i partigiani erano più vicini di loro ai depositi e che andassero a prenderle dai tedeschi

Immediatamente dopo l'8 settembre Severino Visonà "Nave" si recò nella postazione antiaerea di S.Maria Panisacco e sequestrò due mitragliatrici Saint Etienne dopo aver messo in libertà i militi dell'antiaerea. Le due armi vennero nascoste nella miniera dei Pulli dove "Nave" lavorava e successivamente trasportate con la Stella per tutta la durata della guerra.
Erano in calibro 8 e pesavano ben 25 kg.
Affidabili e di buona precisione erano adatte all'impiego antiaereo e da postazioni fisse, ma poco adatte a una guerriglia mobile.
Nave, in una visita a Malga Campetto vide che erano trattate male e se le riprese portandole a casa sua; nello scontro del 14 febbraio non ebbero quindi ruolo

 

Il Bren deve il suo nome alle città di Brno (Cekia) ed Enfield (UK) in quanto sviluppato dagli inglesi da un progetto cecoslovacco.
Di peso accettabile (10.35 kg) aveva lo stesso calibro delle munizioni dei fucili inglesi (0.303 pollici o 7.65 mm). buona precisione e soprattutto non si verificavano inceppamenti in nessuna condizione. Funzionava a recupero di gas come il fucile Garand che molti hanno conosciuto a miliare. Lavorava con caricatori a mezzaluna che dovevano essere precaricati, questo limitava la continuità del fuoco rispetto, ad esempio, alla MG42 che funzionava con i nastri. Gli stessi caricatori erano scarsi per cui la squadra addetta all'arma aveva un partigiano che, quando gli altri sparavano, forsennatamente caricava le mezzelune. La canna doveva essere cambiata ogni 3-4 caricatori, ma data la scarsità di munizioni e caricatori si verificò poche volte.
Dalla presa di Roma cominciò ad essere lanciato alle formazioni partigiane. Divenne, ove possibile, l'arma di squadra della pattuglia dove due partigiani portavano uno l'arma e l'altro le munizioni.
Si ha certezza che ai Battistini durante il rastrellamento della Piana di Valdagno ne venne usato almeno uno

La MG42 è da tutti considerata la miglior mitragliatrice di tutta la seconda guerra mondiale. Relativamente leggera (11.6 kg), di altissima cadenza di fuoco (1200 colpi/min), alimentata da nastri di 50 colpi che potevano essere collegati in sequenza. I nastri erano contenuti in cassette di comodo trasporto. La canna doveva essere cambiata e pulita ogni 250 colpi, aveva un  meccanismo rapidissimo di sostituzione della canna ed era ambita da ogni formazione.
Funzionava con lo stesso calibro del mauser (7.98 mm); la canna relativamente lunga le dava un tiro utile di 1000 metri. Funzionava a rinculo limitato di canna, ossia il proiettile esplodendo faceva arretrare di 1.5 cm la canna che sganciava i tenoni dell'otturatore. Come si vede dalla foto l'appoggio a spalla era assolutamente in linea con il rinculo, la raffica non faceva perciò perdere la mira. Efficace fini a 2000 metri.
L'alta precisione con cui era costruita la rendeva sensibile alla polvere e pertanto facile a incepparsi; la meccanica della camera di scoppio permetteva tuttavia una rapidissima soluzione dell'inceppamento.

Ricerche recenti hanno accertato che a Omaha beach una singola MG42 sparò 12.000 colpi in un paio d'ore e fu la massima responsabile dei 2.000 morti americani

La MG34 era precedente alla MG42, dello stesso calibro, stesso peso e stesse caratteristiche aveva una costruzione più laboriosa in quanto molte delle parti che nella MG42 erano ottenute per stampaggio nella MG34 erano ottenute per lavorazione a macchina utensile.
La differenza sostanziale tra le due armi era che nella MG42 la canna veniva sostituita per estrazione laterale mentre nella MG34 ruotava tutto il gruppo che conteneva la massa battente e la canna veniva sfilata all'indietro con tempi di esecuzione molto più lunghi di quelli della MG42.
Veniva perciò usata nelle postazioni fisse come quelle dell'antiaerea o all'interno dei carri armati.
   

Bombe a mano
Classicamente vengono suddivise in granate d'assalto e da difesa. Quelle d'assalto presuppongono che in nemico sia riparato e il lanciatore allo scoperto; quindi hanno una bassa carica esplosiva e schegge leggere (Tipo SRCM, la seconda immagine), quelle di difesa al contrario prevedono che il lanciatore sia al riparo e il bersaglio scoperto (es. Le mills della prima immagine). Le granate tedesche col manico, prevedendo un lancio più lungo erano più vicine alle granate da attacco che da difesa.
Gli inglesi scaricarono molte Mills, ma non vennero molto usate. 

Pistole

Erano troppe di troppi tipi per riportane le immagini; La maggior parte avevano calibro 9 e si potevano usare le pallottole dei mitra.

Dai tedeschi era ambita la Walther che sebbene di calibro inferiore (7.65) aveva il vantaggio di avere il grilletto a doppia azione (premendolo si armava il cane e si esplodeva il colpo) mentre per quasi tutte le altre armi era necessario tirare indietro il carrello o il cane se si girava col colpo in canna.

Esplosivi Tutti i lanci degli alleati contenevano esplosivi e inneschi, nella primavera del 45 furono molto usati per interrompere le strade, ferrovie e linee elettriche.
Il Tar riferisce di aver usato oltre un quintale di esplosivo per far saltare la strada di Priabona e interrompere l'afflusso di paracadutisti che furono costretti a tornare indietro e a passare per Valle di Castelgomberto e Gambugliano.
Tuttavia inizialmente gli esplosivi erano rarissimi: Pino, che dopo il rastrellamento del 16 febbraio 44 di spinse fino ad Ala di Trento per interrompere la linea ferroviaria dovette prima rubare la dinamite presso la cava di basalto di S.Giovanni Ilarione

Queste erano le armi principali, vennero usate ovviamente molte pistole di varia provenienza e modello.
Russi dei 263 Ost Battalion avevano un uso il PPSH russo, sarà per la difficoltà di strappare tale arma al nemico sarà per la difficoltà di reperire il munizionamento ma non ne abbiamo trovato notizie d'uso
Tra le armi pesanti non vennero usati mortai.
Nella foto seguente vediamo i partigiani di Schio vestiti di stracci e coraggio, si notano: una MG42, uno Sten, Una MP38, un moschetto 91 per cavalleria