Brigata Nino Stella

Eroi della resistenza nel vicentino

Le camice nere non vanno confuse con le Brigate Nere.

Le camice nere erano una organizzazione paramilitare e talvolta militare che scomparve il 25 Luglio.

La Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (in acronimo MVSN, talora genericamente identificata con la locuzione camicie nere a causa delle camicie di colore nero adottate quale parte della divisa, come spesso indicato anche nella storiografia non italiana) è stato un corpo di gendarmeria a ordinamento militare e, dal 1924 una autonoma forza armata dell'Italia fascista.
La sua fondazione fu decisa e annunciata dal Consiglio dei ministri del 28 dicembre 1922 presieduto da Benito Mussolini e decretata dal re Vittorio Emanuele III con regio decreto-legge il 14 gennaio 1923, n. 31 (poi convertito in legge il 17 aprile 1925[2]) entrato in vigore il 1º febbraio 1923; essa accorpò le Squadre d'azione del Partito Nazionale Fascista (Camicie nere) e la milizia dei Sempre Pronti per la Patria e per il Re dell'Associazione Nazionalista Italiana (Camicie azzurre).
Dal 1927, l'arruolamento nella MVSN costituì l'atto finale della leva fascista, parallelamente all'iscrizione al Partito Nazionale Fascista, con l'adozione del saluto romano.
Inizialmente pensata come milizia a uso esclusivo del PNF (rispondeva solo al Presidente del Consiglio dei ministri e a lui solo era dovuto il giuramento in contrasto con l'obbligo di giuramento al sovrano), nel tempo con la "costituzionalizzazione" del fascismo e divenendo forza armata, con un evidente contrasto con il Regio esercito, perse la sua esclusività nei compiti e finì col affiancarsi quasi del tutto con le altre forze armate.
Dopo la caduta del fascismo fu sciolta, con il regio decreto legge del 6 dicembre 1943, n. 16/B, dal governo Badoglio

La M.V.S.N. era strutturata territorialmente, originariamente su base volontaria, formata da iscritti al Partito Nazionale Fascista tra i 16 e i 50 anni (inclusi reduci della prima guerra mondiale e da ufficiali del Regio Esercito, promossi di un grado per aderirvi); dal 1927 su base obbligatoria secondo i precetti della leva fascista, traendo le reclute delle Legioni direttamente dagli avanguardisti dopo il compimento del 18º anno di età, dal 1930 del 20º anno. Oltre i 36 anni il milite entrava nelle unità territoriali sino ai 55 anni, con il nome di triario.

Le specialità della Milizia ordinaria[modifica | modifica wikitesto]

In seno alla Milizia ordinaria erano altresì presenti:

 
Mussolini decora militi appartenenti a Battaglioni M

A questi si aggiungono i ruoli della Milizia in supporto alle organizzazioni giovanili del Partito Nazionale Fascista:

Le Milizie speciali[modifica | modifica wikitesto]

A fianco della Milizia ordinaria erano presenti le seguenti Milizie speciali:

Il massimo impiego si ebbe nella guerra di Spagna
Nel 1936 con l'inizio della guerra civile spagnola, si costituiva il Corpo truppe volontarie italiane, inviato in appoggio alle forze del generale Francisco Franco. Di tale contingente, circa 20.000 unità erano militi inquadrati su tre divisioni ("Dio lo vuole!""Fiamme Nere" e "Penne Nere"), che nel 1937 saranno ridotte a due divisioni e successivamente a una, a cui se ne affiancherà un'altra fornita dal Regio Esercito (4ª Divisione fanteria "Littorio"). Nel 1938 anche l'ultima divisione della Milizia veniva smobilitata; permanevano invece sul territorio spagnolo alcune unità minori di camicie nere. I volontari della Milizia furono protagonisti nella conquista di Malaga e Bilbao e ancora nelle battaglie dell'Ebro e di Santander, nonché a GuadalajaraTortosa e Levante, per poi entrare a Madrid assieme ai nazionalisti di Francisco Franco. La guerra civile spagnola si concludeva il 1º aprile 1939; la Milizia annoverava tra i suoi caduti circa 3.298 persone.

Alla vigilia della seconda guerra mondiale in Italia e nelle Colonie vi erano 132 legioni. Ogni legione territoriale era strutturata su due battaglioni, uno attivo, formato dai militi dai ventuno ai trentasei anni, destinato in caso di mobilitazione all’impiego in linea, e un secondo formato dai militi più anziani, dai quaranta ai cinquantacinque anni, destinato a compiti di difesa territoriale; a essi si affiancavano il battaglione complementi e i reparti ausiliari. Quando mobilitato, il I° battaglione assumeva il numerale romano della legione d’appartenenza: ad esempio, la 63ª Legione "Tagliamento" venne mobilitata con il I° battaglione dell’omonima legione di Udine, che prese la denominazione di LXIII° e dal I° battaglione della 79ª Legione Cispadana di Reggio Emilia, che assunse il numero romano LXXIX°.

All'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940, vennero mobilitati circa 220 battaglioni (seguiti poi da altri 81 battaglioni costieri, 51 territoriali e 29 compagnie costiere) della MVSN, nelle varie specialità, e impiegati su tutti i fronti inquadrati in quattro divisioni: la 1ª Divisione CC.NN. "23 marzo", la 2ª Divisione CC.NN. "28 ottobre", la 3ª Divisione CC.NN. "21 aprile" e la 4ª Divisione CC.NN. "3 gennaio". Tutte le 4 grandi unità al momento della dichiarazione di guerra erano stanziate in Africa settentrionale. La 1ª la 2ª e la 4ª presero parte alla prima fase della guerra in Libia mentre la 3ª venne smembrata e i suoi reparti servirono per completare le altre 3 grandi unità.

Di tale novero, circa 85.000 uomini erano in forza alla Milizia artiglieria contro aerei, inquadrati in 22 legioni. La Milizia artiglieria marittima, subordinata alla Regia Marina, si articolava invece su 10 legioni; gli organici erano di eterogenea provenienza: in genere ufficiali artiglieri in congedo e individui esenti dagli obblighi militari.

In base alla struttura organizzativa prebellica, la Milizia doveva mobilitare una legione d'assalto da aggregare a ciascuna divisione di fanteria ordinaria del Regio Esercito (quindi escluse le divisioni motorizzateautotrasportabili e alpine). Ciascuna legione d'assalto era costituita da 2 battaglioni d'assalto (mobilitati ciascuno da una diversa legione territoriale) e da una compagnia mitraglieri. A causa del numero insufficiente di battaglioni d'assalto disponibili per carenze di organico, addestrative e di equipaggiamenti all'inizio della guerra la maggioranza delle divisioni di fanteria del Regio Esercito avevano tuttavia un solo battaglione di Camicie Nere, e alle volte neppure quello, mancanza che venne comunque colmata nel corso del conflitto.

La Milizia mobilitò inoltre quattro divisioni composte interamente da "camicie nere" (eccetto artiglierie e servizi, forniti dal Regio Esercito) per la Libia, ma una di queste venne sbandata prima dell'inizio delle operazioni per rinforzare le altre tre. Successivamente la Milizia mobilitò diversi raggruppamenti (Grecia, Russia, Difesa del Territorio Nazionale), unità circa equivalenti a una brigata di fanteria e utilizzate prevalentemente come elementi della riserva di corpo d'armata o di armata.

Nell'ottobre 1941 nacquero su spinta dell'allora capoufficio coordinamento della MVSN console generale Virgilio Nurchis anche i Battaglioni M, reparti d'élite formati dai battaglioni d'assalto e da montagna della Milizia che si erano particolarmente distinti in combattimento.

Nell'estate 1942 per la progettata invasione di Malta, (Operazione C3) fu creato un raggruppamento speciale da sbarco di camicie nere da affiancare al Reggimento San Marco, con i seguenti reparti: XLII Battaglione CC.NN. da sbarco "Vicenza"XLIII Battaglione CC.NN. da sbarco "Belluno"L Battaglione CC.NN. da sbarco "Treviso"LX Battaglione CC.NN. da sbarco "Pola". Si addestrarono in Corsica, ma l'operazione fu bloccata nel novembre 1942.