Dopo il rastrellamento del 16 febbraio con la distruzione della base di Malga Campetto il gruppo originale si divise in pattuglie che portarono la guerriglia da Ala (TN) a Brendola (Basso vicentino) e, a est, fino a Posina, Il gruppo (che originariamente si chiamava "battaglione F.lli Bandiera" teneva sempre la base logistica di rifornimento presso Fonte Abelina e la Contrà Caile di Recoaro, ma si spostava continuamente dormendo nei fienili, ottenendo viveri dalla popolazione, intimidendo i fascisti e attaccando i tedeschi; il baricentro della formazione di spsotò a Bosco di Marana.
Questa azione centrifuga fu "propaganda con l'azione" e molti giovani si presentarono in montagna. Non tutti vennero acccolti perchè non vi erano armi a sufficienza; tra quelli che entrarono permanentemente nell'organizzazione citiamo
Bruno Tessari "Vito" di Biron (Vicenza)
Francesco de Lorenzo "Romeo" di Gambellara
Giovanni Turra "Poker" di Valdagno
Lorenzo Griffani "Tigre" di Valdagno
Luciano Dalla Valle "Leo" di Valdagno
Camillo Dalla Valle "Tom" di Valdagno
Giuseppe Refosco "Iosca" di Valdagno
Antonio Cracco "Mex"
Lino Albanello "Patata" di S. Giovanni Ilarione
Antonio Stella "Tarzan" di Valdagno
Eucaristo Marchetto "Ruggero" di Arzignano
Silvio Busato "Lino" di Valli di Pasubio
Giovanni Ferrari "Visela" di Pojana Maggiore
Severino Oliviero "Attilio Bandiera" di Monteviale
Bruno Ziesa "Terremoto" di Creazzo
Zeffirino Carlassare
Dino Pezzo "Leone"
Bruno Lorenzi
Nella loro Guerriglia in movimento le pattuglie passando per Selva di Trissino e Nogarole incontrarono Rigodanzo Alfredo, studente, che già aveva assistito i disertori dell'8 settembre e stava orgaizzando un gruppo di giovani sulla dorsale Agno-Chiampo. Non fu invitato a salire in montagna, ma la sua azione venne approvata per la costituzione di una futura base di tappa