Il 29 aprile 45, un gruppo di 42 tedeschi in ritirata dal Po risaliva valle di Castelgomberto e, arrivato in piazza del Comune, chiedeva del Podestà e pretendeva che costui facesse da garante e ostaggio per attravrsare il passo di Priabona. Il figlio del podestà si offrì come ostaggio al posto del padre.
Proseguendo verso la strata per Priabona incrociavano uncivile in bicicletta a cui tentavano di rubare il mezzo, questo reagiva e fuggiva. I tedecshi gli sparavano dietro e dei partigiani rispondevano al fuoco.
I tedeschi non conoscendo le forze che avevano di fronte si rifugiavano in casa Cariolato in Via Vicario di Cereda, sotto la contrada Madonnetta. Trasformarono la casa in un fortilizio ponendo alle finestre le mitragliatrici.
Nel frattempo accorrevano altri partigiani e si cominciava un assedio.
Nella casa vi erano tre donne: Cariolato Maria, la nipote Adelaide e la cognata Lucato Eugenia che vennero trattenute come ostaggi.
Costituivano le forze assedianti i gruppi di giovani di Brogliano e Cereda, costituito da 25 uomini male armati comandati dal sottotenente Luigi Carcò. L'entusiamo non poteva sostituire l'addestramento di soldati che uscivano da anni di guerra, coì al primo assalto i partigiani ebbero due feriti (Piazza Giovanni e Costa Bruno), per fortuna non in modo grave.
Alle 16 arrivarono i "partigiani d montaggna" addirittura su una corriera comandati da "Tailor" che si erano portat dietro anche una mitragliatrice con cui cominciarono a battere la casa uccidendo un tedesco di vedetta e ferendone un secondo.
Tutti sui rendevano conto che la guerra era finita e psicologicamente nessuno voleva essere l'ultimo morto di un conflitto. Così a sera i partigiani tolsero l'assedio.
I tedeschi esfiltrarono uno alla volta muovendosi bassi lungo il torrente pPoscola, ma lasciando nella casa una mina anticarro innescata e collegata alla porta in modo che esplodesse se qualcuno l'apriva.
A tarda notte giungevano da Valdagno altri "partigiani di montagna" comandati da "Battaglia" e "Giro". Constatato he i tedeschi erano fuggiti iniziavano un prudente inseguimento mentre "Cuco" temereriamente disinnescava la mina anticarro.
Dall'inseguimento i partigiani presero un paio di prigionieri, ammazzarono 3 tedeschi ed ebbero un ferito (relazione dell'arciprete di Cereda che curò le sepolture). A seguito di questa azione i giovani di Brogliano e Cereda furono inglobati nel distaccamento "Riccardo".
Putroppo questa azione ebbe una tragica conclusione: il partigiano de Forni Vittorio, nome di battagkia "Bragalda" mentre tornava di notte dalla fidanzata che pochi giorni dopo doveva sposare venne ucciso in un agguato da fascisti del luogo; pare, ma non è certo che tra quessti ci fosse il famigerato "Carpanella"
Nella foto il gruppo i partigiani di Brogliano-Cereda con il comandante "Battaglia"