Dopo i feroci rastrellamenti del 9 -12 settembre che avevano annientato la Pasubio e malridotto il battaglione Brill della Stella i fascisti si scatenarono seminando morte e terrore
Dall'Atlante delle stragi nazifasciste
Intorno alle 4 del mattino dell’11 novembre 1944 il maggiore Mentegazzi della GNR di Vicenza disseminò sulle strade della val Chiampo gruppi di militi della terza compagnia OP (ordine pubblico) allo scopo di ricercare renitenti alla leva repubblicana.
L’ufficiale, seguito da numerosi militi, salì a contrà Faggiana dove intorno alle 5.30 penetrò nell’abitazione di Matteo Sartori: venne arrestato il di lui figlio Giuseppe, disertore, e Giuseppe Greco, sbandato dopo l’8 settembre.
I due uomini furono picchiati e malmenati, mentre i civili della contrada minacciati ed intimiditi di ritorsioni e rappresaglie.
I fascisti, caricati i due uomini su di un carro col capo in giù e le gambe in alto, li condussero al cimitero dove, sotto lo sguardo dei genitori di Sartori e di altri civili, vennero fucilati.
Il maggiore Mentegazzi, ritornato a valle, si fermò all’osteria di Arso dove erano stati fermati, dai militi ai suoi ordini, alcuni giovani della vallata che si stavano dirigendo a S. Giovanni Ilarione per lavorare sotto la Todt.
Tra i fermati vi era Narciso Pieropan, disertore dall’esercito repubblicano.
Questi venne picchiato dal maggiore e fatto fucilare sul posto.
Per tentare di placare le grida dei bambini delle vicine scuole, dopo che le maestre erano svenute, un milite grido loro “non è niente, non è niente, abbiamo ucciso un pollo”.