Il giorno 8 giugno 1944 una pattuglia che rientrava a Recoaro si fermava per un po' di riposo alla tezza del sassetto, una baita a due piano posta sopra le contrade Muschi e Consolana. Un manipolo della GNR passava par caso davanti alla baita e vi entrò per un controllo. Sorprese nel sonno 8 partigiani che dormivano a piano terra. Sotto la minaccia delle armi furono condotti a Recoaro. I partigiani al primo piano si svegliarono, ma non si mossero e non furono scoperti.
Il presidio di Recoaro decise di trasferire i prigionieri a Valdagno.
D'Ambros attraverso alcuni informatori riuscì a venire a conoscenza dell'orario e delle caratteristiche del convoglio.
"Dante" agì immediatamente, raccolti un adeguato gruppo di uomini li appostò presso il fontanon dei Bonomini e attesero il trasferimento. Quando arrivò il camion aprirono il fuoco sulle gomme evitando il cassone dove vi erano i prigionieri. Il camion, con le gomme bucate, proseguì la corsa per uscire dalla zona di attacco, ma altri erano pronti più avanti: venne lanciata una bomba a mano verso il motore che venne fermato. I fascisti, temendo la morte e avendo in mano i prigionieri non volevano arrendersi, allora "Tarzan" cominciò a gridare ordini verso inesistenti pattuglie per prepararle all'assalto; il bluff funzionò e i fascisti spracchiarono qualche colpo, poi fuggirono abbandonando i prigionieri.
Fu una azione, si potrebbe dire, da manuale: "Dante" che immediatamente la organizzò, la scelta del posto, lo spirito di iniziativa di "Tarzan".
Gli otto partigiani liberati, seppure malmesssi dalle percosse subite, tornarono nelle formazioni e furono mandati in altra zona perchè ormai identificati