Dopo la battaglia del 16 febbraio 44 a Malga Campetto "Giani" divise la formazione in agili pattuglie che mandò ad "azionare" a vasto raggio: da Ala in provincia di Trento ai Barici. Gli uomini si muovevano di giorno attraversando paesi e contrade, entrando nei municipi e bruciando le liste di leva, minacciando o eliminando i fascisti, raccogliendo consenso, viveri e soldi. Solo in un caso ci fu una denuncia ai fascisti che portò alla perdita della pattuglia di Lorenzo Griffani "Tigre" (il primo che ebbe questo nome di battaglia).
L'8 marzo la pattuglia di "Franco" si era spostata a Vestenanuova e aveva occupato il comune in pieno giorno, poi era scesa lungo la valle fino alla cava di basalto di San Giovanni Ilarione da dove prelevarono 4 pacchi di dinamite che riportarono a Durlo e passarono alla pattuglia di "Pino"
A "Pino" venne dato l'incarico di raggiungere la valle dell'Adige e sabotare la ferrovia.
Il percorso della pattuglia di "Pino" da Durlo a Peri e ritorno dal 9 marzo per 10 giorni
Di notte dormivano nei fienili sempre con le armi a portata di mano, viaggiarono prevalentemente nei vaji evitando i pascoli aperti, evitarono Boscochiesanuova, il centro più popoloso, ma si fermarono ad Erbezzo dove entrarono in un albergo a chiedere acqua. Venne opposto un netto rifiuto. Proseguirono cercando una fonte.
"Boby" racconta "siamo arrivati a una fonte e ho cercato la borraccia, l'unica che avevamo, e mi sono ricordato di averla lasciata all'albergo, così mi sono fatto circa 4 km per recuperare la borraccia". Questo ci dà l'idea di quale guerra dei poveri era quella che stavano combattendo. Giunti a Fosse in una bufera di vento e neve si buttarono sul fieno di una baita a dormire. Furono svegliati alla mattina dal malgaro, chiesero, quasi per carità, qualcosa da mangiare. Attesero con ansia tutto il giorno e finalmente il malgaro arrivò con un panaro di polenta e una forma di formaggio tenero. Per i partigiani fu festa.
Scesero in val dell'Adige e minarono la ferrovia. Probabilmente per inesperienza sui detonatori l'azione non comportò il blocco della linea ferrata.
Compiuta la missione si avviarono al ritorno secondo il percorso sopra indicato. Gli unici alimenti a disposizione erano la polenta e il formaggio del malgaro e mancava perfino l'acqua. Alla vecchia base di Malga Campetto riuscirono, su un pezzo di lamiera, a sciogliere un po' di neve e a dissetarsi.
Scesero ad una grotta dello Spitz che, come disse "Boby", "poteva contenere 6-7 persone a ridosso, eravamo in sette con sei coperte leggere. Io e Pino dormivamo a turno".
Ho riportato i particolari di questa missione per evidenziare che a marzo, alla ricostituzione della formazione "Fratelli Bandiera" i partigiani di montagna fecevano veramente una guerra di poveri: poco o nulla da mangiare, talvolta mancava da bere, vestiti di stracci, riparati da coperte inadeguate