Memoria di Bruno Gavasso 1985
“Parlare di Piero Tovo (cl.1892), o meglio “Piero Stella“, come da tutti era conosciuto, e un po’ come fare la storia della Resistenza al fascismo prima e poi al nazifascismo.
Infatti Piero “Stella” era, per natura si potrebbe dire, antifascista, in quanto allergico a tutto ciò che poteva essere imposizione dall’alto, costrizione autoritaria: direi che per natura era anarchico nel vero senso della parola.
E così, quando ai primi sintomi della 2a guerra mondiale, i vecchi irriducibili supersititi dell’antifascismo antemarcia incominciarono a ritrovarsi, ecco che Pietro fu tra loro. In questa occasione lo conobbi per la prima volta nel 1939, insieme a Cenzi, “Nave” e qualche altro.
Ci si trovava in qualche osteria o trattoria fuori mano, magari per festeggiare il 1° maggio e per parlare di politica, della situazione italiana e di quella internazionale.
E le discussioni erano anche di un certo livello, come quando si commentava la Costituzione Russa del 1936 e si confrontava con altre e si constatava quanto avesse progredito la vera democrazia sotto il governo comunista russo. E furono questi incontri che allargandosi sempre più ad altre persone prepararono le basi in primo luogo per il risorgere dei partiti politici dopo il 25 luglio 1943 e in seguito per lo sviluppo della Resistenza al nazifascismo dopo l’8 settembre 1943.
Dopo il 25 luglio Piero “Stella” aderì al P.C.I. e fu tra gli animatori della maggiore forza che nella Valle dell‘Agno si preparava a lottare per una vera democrazia e soprattutto per cacciare i tedeschi.
Così, tra il disorientamento generale, dopo l’8 settembre Piero fu tra i pochi che con idee chiare si dette anima e corpo a preparare la lotta armata contro i nazifascisti.
Fu tra i promotori del C.L.N. della vallata, tenendo i collegamenti con il C.L.N. Veneto e con il P.C.l. di Vicenza e provincia. Ma poiché era portato per sua natura all’azione, fu forse il primo e tra i maggiori organizzatori dei primi gruppi di armati nella vallata: indirizzava i giovani renitenti alle armi o che comunque volevano partecipare alla Resistenza; procurava le prime armi e i mezzi di sussistenza con i fondi che gli venivano dal centro, ma anche con i propri soldi; prendeva contatti per dare alle formazioni partigiane i capi adatti; diffondeva infine la stampa clandestina che doveva allargare e far maturare la lotta armata.
E così partecipò a tutte le fasi della Resistenza fino al tristemente famoso luglio 1944.
Infatti, incurante com’era del pericolo, si mostrava liberamente per Valdagno fidando forse nell’età (era nato nel 1892).
Ma la domenica mattina del 2 luglio 1944, quando i tedeschi decisero di dare un esempio a Valdagno per spaventare ed annientare la Resistenza colpendo i suoi capi, egli era tra i designati e solo per un caso fortuito potè evitare di essere catturato e fucilato con i 7 Martiri. Da allora dovette darsi alla clandestinità, continuando altrove la sua opera patriottica.
Ritornato a Valdagno nell’aprile 1945, partecipò alla lotta per la liberazione della Vallata come esponente del P.C.I. nel C.L.N.
Dopo il ’45 si ritirò dalla vita pubblica dedicandosi al suo lavoro nel campo dell’elettricità in cui era considerato un Maestro.
Piero non era fatto per la politica della diplomazia e delle chiacchiere: uomo schietto e d’azione rimane nel nostro ricordo come un grande combattente per la libertà”.
Sulla sua attività iniziale Piero Tovo stilò una relazione che trovate qui Relazione di Pietro Tovo