Brigata Nino Stella

Eroi della resistenza nel vicentino

Da Studi Storici Giovanni Anapoli

a vittima:
- Cesare Leonardi di Luigi, cl.14 da Valdagno, partigiano della Brigata “Stella”.
I fatti:
Il 14 dicembre i brigatisti della 4^ Compagnia “Turcato” di Valdagno Probabilmente mandati dalla famigerata Katia prelevano Cesare Leonardi dalla sua abitazione. Dopo aver saccheggiato la sua casa, lo conducono prima presso il loro comando, poi a Vicenza, dove sotto un porticato di Contrà S. Biagio, nei pressi del carcere, lo uccidono.
I nazi-fascisti coinvolti:
- 4^ Compagnia “Turcato” di Valdagno, della 22^ brigata nera “Faggion” di Vicenza.
- Antonio Benincà, Severino Lora, GioBatta Zamperetti e Giovanni Zattra.
- Antonio Benincà detto "Maiaro" di Girolamo, cl.02, nato Schio e residente a Cornedo; partecipa tra l’altro al rastrellamento del “rame” a Malo nell’agosto ’44, di Piana di Valdagno del settembre ’44, facendo da guida ai reparti della "Tagliamento" e dove con il serg. Bonazzoli uccide Gio Batta Farinon “Zara” e altri 3 patrioti; partecipa al rastrellamento di Cornedo del 17 agosto '44; all'uccisione di Gaudenzio Faccin e al plotone d'esecuzione nel rastrellamento di Quargnenta di Brogliano; al rastrellamento di Malo-Zovo-Priabona; all'uccisione di Cesare Leonardi a Vicenza il 14.12.44; e ancora, al rastrellamento di Granezza, del Grappa, di Castelfranco, di Gambugliano e Castelgomberto. Fascista repubblichino intenzionato a “mimetizzare” la sua famiglia per entrare in clandestinità.
Arrestato dopo la Liberazione, è trattenuto alla Caserma “Sasso” e incriminato dalla CAS; è processato con Gio Batta Zamperetti e Giovanni Zattra il 30.10.45, imputati “per collaborazionismo, per aver preso parte, quali brigatisti, a numerosi rastrellamenti con conseguente morte di partigiani”; il processo continua il 5.11.45, ma a seguito di nuove e gravi circostanze emerse a carico dei tre imputati, la Corte rinvia il processo per un supplemento d'indagine; il processo riprende il 5 gennaio ‘46, con gli imputati Benincà e Zamperetti accusati di “... collaborazionismo , perché quali appartenenti alla BN parteciparono alla cattura di numerosi patrioti, imputati in concorso con altri brigatisti della morte di Bovo Lucato, Antonio Covolo, Gaudenzio e Silvano Tommasi facendo parte del plotone di esecuzione in Quargnenta di Brogliano il 19 febbraio 1945; imputati in concorso con altri della morte di numerosi patrioti e borghesi (circa 70 persone) durante il rastrellamento di Piana di Valdagno; imputati, in concorso con Lora Saverio nella morte del patriota Cesare Leonardi in Vicenza il 14.12.44”. Lo Zattra è imputato “...di partecipazione al rastrellamento di Quargnenta, in più di aver cagionato volontariamente la morte di Faccin Gaudenzio e Ceola “Frate” in Val di Piazzon nel dicembre '44”. Il processo continua il 9.1.46 e termina con la condanna a 24 anni di reclusione per Zamperetti e la condanna a morte per Benincà e Zattra, che ricorrono in Cassazione e chiedono la “grazia sovrana”; il 30.3.46 la Suprema Corte di Cassazione rigetta il ricorso di Zamperetti, ma accoglie quelli di Benincà e Zattra per mancata motivazione sulla applicazione delle attenuanti generiche (art. 144 u.p. e 62 bis CP) e rinvia limitatamente al motivo accolto alla CAS di Verona; poi tutti amnistiati.
- Saverio Lora detto “Bronsetto”; da S. Quirico di Valdagno, elettricista presso il Lanificio Marzotto; della 4^ Compagnia BN “Turcato”, comandante del Distaccamento di Cornedo. Partecipa al primo rastrellamento di Toreselle - Valli di Piazzon (dicembre ’44) dove uccide il partigiano Francesco Ceola "Frate"; ha partecipato alla cattura di "Lea" a Brogliano, a fine novembre 44 e alle successive torture inflittole a Valdagno; coinvolto nell'omicidio del patriota Urbani Luciano "Cerino" a fine dicembre ‘44 a Ponte di Piana – Osteria Ferri; ha partecipato al plotone d'esecuzione nel rastrellamento di Quargnenta di Brogliano nel febbraio 45; partecipa al rastrellamento in Contrà Fochesati di Altissimo del marzo 45, dove vengono catturati 4 partigiani tra cui Giuseppe Castagna "Rosetta" che sarà fucilato proprio da Lora Severio; il 14.12.45, con Benincà, Zamperetti e Zaupa conducono a Vicenza il patriota Cesare Leonardi e lo uccidono sotto un portone di Contrà S. Biagio. Dopo la Liberazione, il 7.5.45, viene condotto al cimitero di Valdagno dove gli è fatta scavare la fossa prima di essere fucilato come “criminale nazi-fascista”; è il quinto ed ultimo brigatista della “Turcato” condannato a morte, con sentenza eseguita presso il Cimitero di Valdagno il 7.5.45.
- Gio Batta Zamperetti di Antonio, cl.12, da Cornedo; della BN di Valdagno (tess. n. 84170), partecipa tra l’altro al rastrellamento di Cornedo del 17 Agosto '44, al plotone d'esecuzione nel rastrellamento di Quargnenta di Brogliano, al rastrellamento di Granezza, di Piana e del Grappa del settembre '44; fa parte del gruppo di brigatisti che il 14.12.44 trasferiscono il patriota Cesare Leonardi a Vicenza dove poi, dallo stesso gruppo, è ucciso. Arrestato, è incriminato dalla CAS e processato con Antonio Benincà e Giovanni Zattra il 30.10.45; il processo continua il 5.11.45, ma a seguito nuove e gravi circostanze emerse a carico dei tre imputati, la Corte rinvia il processo per un supplemento d'indagine; il processo riprende il 5.1.46 e continua il 9 con la condanna a 24 anni di reclusione per lo Zamperetti e la condanna a morte per Zattra e Benincà. Tutti e tre gli imputati presentano ricorso e il 30.3.46, la Suprema Corte di Cassazione, accoglie il ricorso di Benincà e Zattra, ma non accoglie il ricorso di Zamperetti; il 9.7.46 la CAS di Vicenza condona 8 anni; il 18.1.51 viene concessa (d.l. 27.12.50, n. 17220) la libertà condizionale, libertà vigilata sino al 20.8.52 (fine pena).
- Giovanni Zattra detto “Cagnaro” di Gio Batta, cl.23, da Cornedo; della BN di Valdagno (tess. n. 84165); partecipa tra l’altro al rastrellamento del Monte Civillina, di Faedo del 31 maggio 44 e Malo-Zovo-Priabona, di Granezza, del Grappa nel 1° Settore, e di Torreselle-Castelgomberto dove trova la morte il partigiano “Frate”; con Antonio Benincà fa da guida ai reparti della "Tagliamento" durante il rastrellamento di Piana; partecipa al rastrellamento di Quargnenta, causando volontariamente la morte di Gaudenzio Faccin; fa parte del gruppo di brigatisti che il 14 dicembre ‘45 trasferiscono il patriota Cesare Leonardi a Vicenza dove poi, dallo stesso gruppo, è assassinato. Arrestato dopo la Liberazione, il 12.9.45 è deferito al PM presso la CAS, e processato con Gio Batta Zamperetti e Antonio Benincà il 30.10.45, imputati “per collaborazionismo, per aver preso parte, quali brigatisti, a numerosi rastrellamenti con conseguente morte di partigiani”; il processo continua il 5.11.45, ma a seguito di nuove e gravi circostanze emerse a carico dei tre imputati, la Corte rinvia il processo per un supplemento d'indagine; il processo riprende il 5 gennaio ‘46, con lo Zattra è imputato “...di partecipazione al rastrellamento di Quargnenta, in più di aver cagionato volontariamente la morte di Faccin Gaudenzio e Ceola “Frate” in Val di Piazzon nel dicembre '44”. Il processo continua il 9.1.46 e termina con la condanna a morte di Benincà e Zattra che ricorrono in Cassazione e chiedono la “grazia sovrana” e la condanna a 24 anni di reclusione a Zamperetti; ricorrono in Cassazione e il 30.3.46 la Suprema Corte di Cassazione rigetta il ricorso di Zamperetti, poi amnistiato.